Così, come sei Dio
"Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi
non l'hanno accolto."
I tuoi non ti hanno accolto.
Tu non eri dei miei, Signore.
Non lo eri nella mia mente, prima che ti incontrassi. E se mi avessero detto che uno dei miei era il mio Signore e il mio Dio...
Tu non eri dei miei, né ero disposta a lasciarti provenire dai miei.
L'idea di Dio, immenso, superiore e così sovrumano. E poi, accanto, i miei, il mio paese, i miei amici, le mie abitudini, le strade, i passi veloci della gente, il vento forte... Tutto questo e la mia idea di Dio: sembra non esserci nessun punto di contatto.
La gente di Galilea di allora non è così diversa da me. Signore, ho avuto la fortuna di nascere quasi duemila anni dopo. Forse sarei stata tra coloro che si scandalizzavano alle tue pretese di divinità, o meglio di figliolanza divina. Scandalizzata, inorridita, arrabbiata e ... in nome di Dio.
Anche io ho avuto il mio tempo per dubitare.
Il tempo per dimenarmi di fronte allo smantellamento radicale delle mie convinzioni. Un incontro personale con te è l'unica possibilità per smettere di innalzare barriere concettuali.
E tu, Signore, tu vieni per questo, per incontrarci.
Un lungo cammino mi separa ancora dal tempio.
Nella salita si sale a piedi, ma l'anima scende verso la purezza di un cuore docile, che attende la meraviglia da te più di ogni altra gioia. Non tanto la ricerca, quanto l'attesa e la disponibilità.
Tu accogli la mia carne, Signore, e porti in me la tua fecondità.
Così, così come sei Dio, così ti percepisco, senza afferrarti.
"Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore».
E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!"
(Salmo 121,1-2)
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