"Dio nessuno l'ha mai visto"
E' la verità, Signore. Nessuno ti ha mai visto.
Nemmeno Mosè, che hai chiamato l'amico tuo, lui che parlava con te faccia a faccia, nemmeno lui ti ha potuto vedere.
Poche parole, come pietre messe sopra tutte le aspirazioni, sopra tutto il desiderio di Dio seminato nella storia. Siamo cercatori di Dio, ci affatichiamo invano... La vocazione più profonda dell'uomo, vedere Dio ed entrare in comunione con lui, sembra destinata al fallimento. E la creazione, lei stessa che "attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio", aspettando quindi proprio il compimento della nostra vocazione, la creazione stessa sembra condannata a restare nelle doglie di un parto sterile...
"Come una donna incinta che sta per partorire
si contorce e grida nei dolori,
così siamo stati noi di fronte a te, Signore.
Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori
quasi dovessimo partorire: era solo vento"
(Isaia 26,17-18).
Eppure il desiderio non si spegne, la tenacia di chi ti cerca sembra non demordere e non viene meno il senso ultimo della fatica.
Eppure continuo a sperare, con quella stessa caparbietà di Abramo, che non ha mai ritenuto una menzogna la tua promessa di una discendenza numerosa, nemmeno quando tu stesso gli hai chiesto di sacrificare l'unico suo figlio.
Confidare fino in fondo nella tua fedeltà.
Perché tu sei fedele non tanto a me, ma a te stesso, alla tua parola data, alla tua promessa. Una fede granitica, che rende capaci di sperare contro ogni speranza.
La tua promessa.
E' all'origine.
"Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò"
(Genesi 1,27).
L'immagine, lo specchio, il riflesso, l'icona.
Qui è la promessa. Che l'immagine veda l'origine per esserle sempre più fedele. E diventare ciò che è.
Anche quando questa promessa sembra venire meno, per i lunghi anni di attesa, per il vuoto tormento dell'angoscia di un'illusione, anche quando tu stesso sembri tirarti indietro, ancora la tua fedeltà parla di se stessa e rafforza la certezza:
"Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da straniero"
(Giobbe 19,25-27).
Non da straniero, da amico.
Tu stesso l'hai voluto, Signore.
"Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi" (Giovanni 15,15).
Gesù Cristo, l'immagine, l'icona del Padre. Tutto ciò che contempli del Padre, tu che solo l'hai visto, perché tu solo vieni da lui, tu l'hai fatto conoscere a noi. Amico nostro.
"Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato."
Tu Signore sei la ragione della mia speranza. In te e per te sono stata creata, in te vedrò il Padre.
Continuo a gridarti più forte, come il cieco Bartimeo ai lati della strada di Gerico:
Mostrami il Padre, Signore, e mi basta! Mostrami il Padre!
"Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?
Chi ha visto me ha visto il Padre.
Come puoi dire: Mostraci il Padre?
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?
Le parole che io vi dico, non le dico da me;
ma il Padre che è con me compie le sue opere.
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me"
(cfr. Giovanni 14,9-11)
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