Cielo e terra
"In principio Dio creò il cielo e la terra"
Dio creò.
Il primo pensiero è su di te, Signore. Tu hai creato, non altri, né nessuno. Tu c'eri. Sì c'eri, me lo conferma il tuo stesso nome, nome che non posso dire, tanto supera la mia parola.
E poi, cielo e terra.
Hai creato il cielo e la terra, chiamando all'esistenza ciò che nemmeno poteva essere immaginato ancora e da nessuno. Nessun testimone di quella tua libertà d'amore, per cui tutto, di cui partecipo, è. Nessuna necessità, nessuna idea già presente. Solo tu eri.
Poi, o meglio, in principio, ... il cielo e la terra.
La tua parola e, nell'immediatezza del tuo dire, l'essere del creato. L'essere di tutto ciò che può avere un inizio. Solo da allora, solo dal principio.
La causa, l'origine e quindi il senso, la ragione dell'universo intero è contenuta qui, in questo tuo atto, principio d'ogni cosa. Ricercarla altrove è un gioco senza soluzione.
Cielo e terra, comprensivi di tutto. Come se tra queste due parole l'autore sacro avesse voluto racchiudere ogni spazio, ogni possibilità di esistenza.
Anche la mia. Anche la mia esistenza si distende tutta tra cielo e terra. Originata anche lei in quell'attimo, in principio.
"Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato"
(Geremia 1,5)
Come, Signore? Prima? Anch'io ero presente nell'atto creativo, quando tutti i tuoi disegni di bene erano lì, sul crinale della realtà. E tu hai detto sì, alla mia esistenza, sì a cielo e terra.
"Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita
poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose"
(Sapienza 11,26-2,1)
photo katia BR, Creative Commons Public Licenses (CCPL) 2.0