06 maggio 2007

Terzo atto

"...e separò la luce dalle tenebre
e chiamò la luce giorno
e le tenebre notte"


È il terzo atto di Dio sulla creazione in divenire: separare la luce dalle tenebre. La luce è cosa buona, le tenebre? La luce è stata chiamata da Dio all'esistenza, le tenebre? Le tenebre sembrano semplicemente venire in evidenza alla presenza della luce e della sua bontà. Di fronte alla luce, ecco le tenebre - assenza di luce.

Quando hai creato la luce, essa era immersa e confusa nelle tenebre, è stato necessario separarle.
Tenebre e luce, inizialmente unite e conviventi. La luce nasce nel seno delle tenebre, nel grembo dell'oscurità. Come la vita del Figlio dell'uomo nel cupo gelo di un sepolcro nella roccia. Il germe della bontà, nella sterilità della terra informe. Come ad evidenziare ancora una volta che la bontà è opera tutta tua, solo tua. La bontà.

Primo atto: la bellezza, nella forma del creato.

Secondo atto: la bontà, nell'essere della luce.

Terzo atto: la verità, nel separare la luce dalle tenebre.

Qui contemplo la tua misericordia, Signore: terzo atto. Perché potessi vedere la bellezza della forma, hai dato luce alla tua opera - secondo atto - e perché la luce potesse fendere l'oscurità e illuminare, l'hai separata da essa e le hai dato un nome, un tempo, un confine, uno spazio d'essere, un raggio d'azione - terzo atto. L'hai posta in evidenza e l'hai chiamata per nome. Atto della misericordia; perché nessuno potesse essere ingannato, perché nessuno si sentisse confuso. Perché nessuno potesse fingere con malizia di non aver compreso. Nella verità possiamo riconoscere te, la tua opera, i segni del tuo passaggio. Perciò la luce si chiami giorno, le tenebre notte.

Guai a me, quando per paura o per convenienza agisco o penso come se tenebre e luce fossero confuse. Quando nascondo consapevolmente la verità, quando stravolgo il nome delle cose, la loro essenza.

...il vostro parlare sia: "Sì, sì; no, no"; poiché il di più viene dal maligno.
Matteo 5,37

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